Sony Alpha a6000

SONY a6000: recensione completa

Quando fu lanciata agli inizi del 2015, la Sony a6000 era considerata una mirrorless molto innovativa. Cinque anni dopo molte cose sono cambiate, ma questa fotocamera rimane comunque una APS-C ancora molto rispettabile per diverse ragioni. La Sony a6000 è stato il modello che ha consacrato una volta per tutte la Sony come una delle aziende più competenti in termini di mirrorless.

La nomenclatura Sony con la alfa deriva dall’acquisizione della Minolta e fu usata inizialmente per le reflex. Non più prodotte dal 2010, il “prefisso” è passato alle Mirrorless, che si distinguono dalle compatte definite Cybershot. Questa Sony a6000 (la a è in realtà è un’alfa greca) ha rappresentato per anni il modello Mirrorless per antonomasia della casa giapponese.

Negli anni sono uscite la Sony a6300 (con video in 4k, e un AF migliorato) e poi la Sony a6500 con stabilizzazione e touch screen. La recensione che segue, quindi, servirà a farti capire quanto questo modello sia ancora valido a cinque anni dal suo lancio. Oppure no.

SONY a6000: il design del corpo macchina

Come tutte le Mirrorless, la Sony a6000 ha un corpo macchina piuttosto minuto e facile da trasportare con misure 120x66,9x45,1 mm. Quasi una compatta, per capirci. Con la batteria inclusa pesa meno di 3 etti e mezzo! Con l’obiettivo in dotazione nel kit – un 16-55 millimetri – il peso raggiunge i 460 grammi… Un’inezia rispetto alle reflex. Ma le buone notizie non finiscono qui perché per caricare la Sony a6000 basta un cavo USB, niente caricatore… La compagna migliore per qualsiasi viaggio, insomma.

Parlando di design, la Sony a6000 ha un aspetto molto austero e sobrio: linee essenziali, vintage, con squadrature tipiche della Sony. Niente tratti morbidi, insomma. L’impugnatura è sufficientemente profonda anche per mani di una certa grossezza. Il mirino non è centrale ma si trova in alto a sinistra.

I pulsanti sono raggiungibili senza particolari sforzi e personalizzabili per un workflow più veloce e adatto alle tue esigenze.

Scheda tecnica

La Sony a6000 monta il sensore Exmor APS HD CMOS da 24 megapixel, formato APS-C. Abbinato al sensore Bionz-X si a un’elevata velocità di registrazione ed elaborazione delle immagini. Di conseguenza, l’Autofocus appare preciso e scattante con velocità di risposta sia nel comparto foto, sia in quello video.

Attualmente ancora molto valido, nonostante gli anni passati, l’Autofocus della Sony a6000 è un sistema ibrido (contrasto e fase) basato su 179 punti a rilevamento di fase per una copertura del 92 percento dell’immagine. Ai tempi del suo lancio venne definito dalla Sony come l’autofocus “più veloce del mondo”. Ora non è più certamente così ma… si difende ancora molto bene. E infatti l’AF continuo e il rilevamento dello sguardo sono ancora feature attualissime.

Anche lo scatto continuo (11 f/ps) è ancora all’altezza della situazione nonostante gli anni passati. Stessa cosa il buffer molto capiente, che permette di scattare per 5 secondi a 11 frame al secondo.

Il monitor LCD da tre pollici mostra invece qualche limite semplicemente perché non è touch e può essere inclinato solo in modo verticale. Ovviamente quando uscì la Sony a6000 non era un problema, ma ora che siamo abituati a sfiorare il monitor per scegliere il punto di AF che vogliamo… un po’ ci lascia scontenti, dover passare dalle impostazioni di menù. Pigrizia tecnologica, insomma. Il formato è 16:9, per 920k punti di definizione. 

Fotografare con la Sony a6000

A differenza di molti altri modelli Sony, il menù non è poi così male, ordinato com’è in diverse pagine tutte con 6 voci visibili senza dover scrollare. La qualità delle immagini è più che discreta, grazie a un range dinamico che funziona bene anche su luci e ombre. Con luci basse, e questo è un limite Sony, la qualità scende inesorabilmente e oltre i 3200 ISO il rumore digitale è piuttosto invalidante. In questi casi, la messa a fuoco manuale è sempre la cosa migliore.

Avendo un peso pari a quello delle compatte, ma con performance decisamente superiori, la Sony a6000 è la compagna ideale per un viaggio. Piccola e maneggevole com’è dà parecchie soddisfazioni anche nella fotografia Street dove la discrezione è un valore inestimabile. E poi il suo Autofocus ancora validissimo cattura alla perfezione anche le situazioni più movimentate.

Registrare video 

Il sistema ibrido di messa a fuoco si vede anche durante le registrazioni video, dandoti il totale controllo dell’apertura del diaframma e della messa a fuoco continua. Esiste comunque la funzione auto peaking, vero e proprio assistente nel caso scegliessi l’opzione della messa a fuoco manuale. E poi ci sono diversi effetti per personalizzare la fotografia dei video: foto rétro, colori pop e messa a fuoco morbida sono quelli che mi hanno divertito di più.

La definizione non è ancora quella 4K che hanno le sorelle più recenti a6300 e a6500, ma un full HD di buona qualità (1920x1080).

La Sony a6000 dispone di un microfono integrato che come al solito non è il massimo, per questo ti consiglio un device esterno che potrai collegare alla slitta a caldo, non essendo presente un jack da 3,5 mm.

La mia opinione sulla Sony a6000

La messa a fuoco continua è il fulcro su cui si basano tutte le performance di questa Sony a6000. E la prima ragione che mi fa ancora dire… è una mirrorless di tutto rispetto, nonostante gli anni passati dal suo lancio. E poi c’è il prezzo decisamente abbordabile in questa fascia di fotocamere.

Ovviamente l’eccellente AutoFocs non è l’unica ragione per l’acquisto della Sony a6000: 24 megapixel di definizione, la connessione WiFi e diverse app per il download delle immagini sono caratteristiche che rendono questa mirrorless ancora molto attuale e competitiva sul mercato di questo segmento.

Personalmente il più grande limite rimane lo schermo non touch. Ma se per te non costituisce un limite insormontabile allora mi sento di dire, senza esitazioni che la Sony a6000 è ancora a distanza di un lustro dal suo lancio, una mirrorless APS-C decisamente valida.